Caro Raffaele,
l’ultima volta che ti abbiamo visto, prima di Natale, ci hai salutato col tuo consueto sorriso canzonatorio, dicendoci che forse ti saresti assentato per qualche giorno e conserviamo il ricordo di quel momento quando ti sei voltato indietro, sulla porta, quasi a voler prolungare il tempo del saluto. Invece non ti abbiamo più visto e te ne sei andato inaspettatamente, dopo un breve, quanto interminabile tempo di silenzi: attese, pensieri, mistero … parole pensate … mai dette; è difficile spiegare il
senso di vuoto che hai lasciato a noi che abbiamo avuto il privilegio di conoscerti. Sappi che nella sofferenza dei tuoi ultimi giorni di vita, la solitudine non è stata mai la tua compagna, perché con il cuore tutti noi ti siamo stati accanto e ti abbiamo pensato.
Ci sono persone che trasmettono stima, affetto e ammirazione, con il loro decoro e la misurata intelligenza di chi sa, senza bisogno di doverlo dimostrare. Tu eri fra questi: a tali doti hai saputo sempre unire un grande senso dell’amicizia e una spiccata ironia.
Sembra impossibile, che tu, sempre così vivacemente attivo nella nostra comunità, ora non ci sia più. Di te possiamo dire che sei stato un Pioniere: hai aperto il nostro Liceo, sei stato fra i primi diplomati, poi, fra i primi laureati e sei stato fra i professori che più lungamente vi hanno insegnato. I mondi che ti hanno sempre ispirato sono stati la Famiglia, la Scuola e l’Ingegneria, di cui sei stato un egregio Maestro.
Le tue doti professionali e la tua carica umana hanno rappresentato per noi un esempio, per molti irripetibile, fatto di amore profondo, rivolto allo svolgimento delle tue amate professioni. Ed è per questo che la Scuola oggi piange la tua dipartita, con la struggente malinconia di chi sa di aver perso un Professore che sapeva guardare con l’anima, capire col cuore, … un Uomo che lascia un segno indelebile, rendendoci tutti più poveri.
Tu che avevi ancora tanto da dire e da dare, non è vero che non ci sei più, perché vivi e vivrai nei tuoi allievi. Albert Einstein diceva: “La nostra morte non è una fine, se possiamo vivere nei nostri figli e nella giovane generazione. Perché essi sono noi: i nostri corpi non sono che le foglie appassite sull’albero della vita.” Caro Raffaele, continuerai a vivere attraverso le generazioni che hai formato e, chissà, forse ci starai sorridendo, col quel tuo fare ironico e i tuoi slanci di generosità.
… E anche a chi era venuto a porgerti l’ultimo saluto, tu hai risposto col la tranquillità del tuo Essere, che ha conservato il sorriso anche nell’abbraccio della morte: “aspettate, vi sto facendo l’ennesimo scherzo, fra poco mi alzo e torno a scuola”.
In questi giorni vengono in mente centinaia di momenti trascorsi con te: allegri e tesi, importanti e banali, pubblici e privati. Ma soprattutto frasi, gesti, sorrisi, che ancora, negli ultimi giorni, ci hai regalato,insieme alle tue battute ironiche e a volte sarcastiche.
“Un grande insegnante non ha eventi da consegnare alla storia. La sua vita confluisce in altre vite. Uomini così sono la linfa che alimenta il tessuto intimo delle nostre scuole. Sono i più alti sacerdoti, custodi di un tempio, e continueranno ad essere una fiamma che arde e una forza che darà significato alle nostre vite”. (*)
Caro Raffaele, ti salutiamo così, semplicemente con un cenno della mano, come facesti tu quando ci salutasti per l’ultima volta … alla tua amata Fiorella e ai tuoi splendidi Andrea e Adriana esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro affetto. A noi che restiamo è dato il compito di continuare a far “crescere” il nostro Liceo, ad essere uniti nel ricordo, solidali nell’affetto e vicini alla tua famiglia, per un lutto tanto drammatico, quanto inaspettato! … Ciao Raffaele!!!
I tuoi colleghi e il Dirigente Scolastico
Santa Croce di Magliano, 16/02/2014
(*) dal film – Il Club degli Imperatori